Per la seconda puntata dei #30eOltre Live – ovvero, una serie di cinque appuntamenti in diretta sul profilo Instagram di Oltremare per festeggiare i primi 30 anni della Cooperativa – abbiamo deciso di parlare di gioielli etici. E con chi potevamo farlo se non con le donne di Meridiano 361?

Con la Primavera, il paesaggio si riempie di fiori e colori e in noi ritorna la voglia di indossarli. Lo sa bene Margherita, giovane volontaria di Oltremare e conduttrice del secondo #30eOltre Live, che fin dai primi giorni trascorsi tra gli scaffali della bottega di Valsamoggia, è stata rapita dall’angolo bigiotteria.
Collane, braccialetti, orecchini: ora più che mai è il momento di sfoggiarli insieme al nostro migliore sorriso. E questo, ne siamo certe, non mancherà se vi prenderete del tempo per scoprire che cosa si nasconde dietro i nostri gioielli etici.

Un mondo di materiali, mani esperte, colori, culture e paesi lontani, tenuti insieme da un unico filo conduttore, come tante perline colorate di una stessa collana: Meridiano 361, l’impresa sociale nata a Reggio Emilia nel gennaio 2019 e che, in soli due anni, è riuscita a creare quel meridiano in più che mancava a fianco di quelli già esistenti. Il meridiano della bigiotteria equa e solidale (e non solo! Meridiano 361, infatti, offre una vastissima quantità di prodotti diversi che potete trovare sul loro sito ufficiale e nelle nostre botteghe).

Di come è nato questo nuovo meridiano ce lo hanno raccontato Sofia Guida ed Elsa Scarpa, protagoniste di Meridiano 361, che lo hanno visto nascere, crescere ed evolversi in ciondoli e bracciali dal gennaio di due anni fa fino ad arrivare all’equo-aperitivo di oggi!
Siamo partite proprio dal nome, Meridiano 361, chiedendo di raccontarci meglio la storia che si nasconde al suo interno. “I meridiani sulla terra sono 360″ – ci spiega Sofia – “e noi vogliamo essere il 361, per tracciare nuovi orizzonti, abbracciando e rivoluzionando diversi aspetti del commercio attuale. Vogliamo andare oltre!”
E noi, che ci chiamiamo Oltremare, direi che non potremmo essere più d’accordo.

 

Attualmente il team di Meridiano 361 conta quattro persone: insieme a Sofia ed Elsa, ci sono anche Stefano, che si occupa di amministrazione, e Daria, responsabile dello sviluppo prodotto. E proprio su questo tema è proseguita la nostra conversazione. “Come nasce”, ha chiesto la nostra Margherita, “un gioiello equosolidale?” Ce lo ha raccontato Elsa, con gli occhi che sorridevano da sopra la mascherina. “L’ideazione dei prodotti è il processo più bello del nostro lavoro, e in esso c’è tantissimo spazio per la creatività e la fantasia. A volte può capitare che un gioiello nasca per caso, magari durante una passeggiata, quando vediamo un fiore particolare e decidiamo di trasformarlo in qualcosa di più. Le idee, poi, non sono soltanto le nostre, ma nascono grazie a uno scambio continuo con gli artigiani, con cui condividiamo disegni e visioni. Una volta delineata la proposta finale, si passa alla scelta dei materiali, anch’essa molto interessante: per esempio, in Madagascar utilizziamo il corno di zebù e l’alluminio riciclato da vecchie pentole. Quindi materiali nuovi e poco noti che abbiamo imparato a conoscere grazie allo stretto rapporto con i nostri artigiani.”

A proposito di artigiani, abbiamo chiesto a Sofia come nascono e si sviluppano le relazioni con i produttori di Meridiano 361. D’altra parte, il rapporto con gli artigiani è uno dei capisaldi del commercio equo, e spesso porta con sé storie meravigliose. Meridiano 361 non ha fatto eccezione!
“I rapporti con i produttori”, ha spiegato Sofia, “cambiano a seconda dei paesi: ci sono gli artigiani storici del commercio equosolidale, che da anni cooperano con imprese sociali e cooperative come Meridiano 361, come è il caso del Madagascar o dell’Indonesia, di Ecuador e India. Altre volte, si va a caccia di nuovi produttori per introdurre nuovi materiali e prodotti, come è successo con l’ottone. Comunque – e ci teniamo a sottolinearlo – l’imprenditoria femminile è molto sviluppata!”

Ed ecco qui una storia meravigliosa: Mino, l’artigiana del Madagascar che lavora l’alluminio riciclato dalle vecchie pentole e stoviglie. Mino ha eredito il suo talento dal papà, che creava proprio pentole e stoviglie. Questo tipo di oggetti, però, a causa della crisi e dell’avvento di prodotti industriali, sembrava destinata ad esaurirsi. Così, Mino ha deciso di rivoluzionare la lavorazione dell’alluminio e adesso, con l’aiuto del marito, da queste vecchie stoviglie ricava magnifici gioielli! Potete trovare i gioielli di Mino nelle botteghe di Modena, Valsamoggia e Vignola.

Noi volontarie, nel frattempo, stiamo pensando di volare in Madagascar per conoscere Mino!

Così come le creazioni di Mino, tutti i gioielli di Meridiano 361 sono pezzi unici, lavorati con cura e passione da artigiani di tutto il mondo. In particolare, meritano un po’ di attenzione i gioielli ricavati dal corno, un materiale davvero originale di cui ci ha parlato Elsa (ndr. il corno viene ricavato da animali deceduti): prima viene bollito per permettere l’estrazione del midollo, e poi lavorato esclusivamente a caldo, per ricavare la forma desiderata. Infine, il corno viene colorato utilizzando colori e tinte naturali, rendendo ogni pezzo ancora più unico!

Abbiamo parlato anche di On Earth: la prima Cooperative Collection di Altromercato, a cui Meridiano 361 collabora insieme a Progetto Quid, AltraQualità ed Equomercato. Abbiamo chiesto ad Elsa e Sofia come è stato progettare dei gioielli che fanno parte di una collezione più grande e che coinvolge diverse realtà, e la risposta è stata veloce e spontanea: tutto sommato semplice e davvero stimolante! Probabilmente grazie alla grande voglia di fare che accomuna tutte e quattro – cinque con Altromercato – le cooperative e imprese sociali coinvolte nel progetto, dice Sofia.
In particolare, la PE21 è nata attorno all’idea di volere rappresentare una donna che ritrova il proprio contatto con la Natura. Da questa idea condivisa, sono nati i gioielli Meridiano 361, cercando di adattarsi ai tagli e ai colori dei capi di abbigliamento, con l’obiettivo di creare una collezione armoniosa e coerente. A giudicare dal risultato, secondo noi ce l’hanno fatta. Curiosare la PE Back in Bloom per credere!

E parlando di Back in Bloom, come con Lucia un venerdì fa, anche con Elsa e Sofia siamo finite per parlare di materiali. Questa volta a catturare la nostra attenzione è stata la tagua (un avorio vegetale ricavato dai semi delle palme). La pianta della tagua, in particolare, viene chiamata “la pianta dell’elefante” proprio per il suo colore che ricorda l’avorio. Ogni pianta contiene circa 6 semi, che vengono estratti da gelatinosi e poi fatti essiccare per essere pronti alla lavorazione. Ecco qui un esempio di collana di tagua, direttamente dalla nuova collezione di Meridiano 361!

Prima di salutarci, abbiamo provato a chiedere a Elsa e Sofia se avessero un gioiello del cuore, ma è stato inutile: impossibile scegliere una sola storia, una sola artigiana, un solo materiale quando entri a contatto con realtà così diverse e così altrettanto belle.

A voi, che verrete a trovarci in bottega alla ricerca del gioiello etico perfetto, consigliamo allora di seguire la strategia di Elsa: vestitevi con l’anima! Dietro ogni articolo di Meridiano 361, infatti, c’è un’anima, e sarà lei a scegliere voi.

Federica Bergonzini