La moda è un’onda travolgente, affascinante, colorata, e inaspettata. Attraverso la moda ci esprimiamo, ci emozioniamo, raccontiamo un pezzetto di noi stessi e ricordiamo momenti del passato. Ci avvolge e ci accompagna, gonna dopo giacca, sandalo dopo stivale, nella nostra vita quotidiana.
A volte, però, sa essere anche spietata. Ci inganna, nascondendosi dietro il suo lato più superficiale e attraente: solo 9.99€ per questa camicetta? La prendo!
Abiti e accessori a prezzi stracciati. Collezioni lampo lanciate e dimenticate nel giro di due settimane. Qualità sempre più scadente, quantità in crescita esorbitante. Poi il crollo.
Il 24 Aprile 2013, 1.133 persone sono morte e altre 2.515 rimasero ferite a causa del collasso del complesso produttivo di Rhana Plaza, a Dhaka, in Bangladesh. Al Rhana Plaza, uomini e – soprattutto – donne lavorano in condizioni più che precarie per le più grandi industrie tessili della fast fashion e non solo. L’edificio, costruito abusivamente, già molto prima del crollo presentava condizioni insostenibili da un punto di vista strutturale, ambientale, e umano.
Da quel 24 Aprile di 8 anni fa è nato il movimento globale Fashion Revolution e, insieme a lui, la Fashion Revolution Week, con l’obiettivo di costruire una nuova industria della moda e “creare un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente” (Marina Spadafora, coordinatrice di Fashion Revolution Italia).
Queste parole suonano famigliari alle botteghe della Cooperativa Oltremare che dal 1991, diversi anni prima della tragedia di Rhana Plaza, sono presenti nel nostro territorio per ricordarci che dietro a ogni capo che acquistiamo non ci sono solo una confezione, un’etichetta, un cartellino. Ci sono persone, materiali, materie prime, terra. Ci sono gli occhi di chi ha confezionato il nostro abito, i campi da cui vengono ricavate le materie prime di cui sono fatti i nostri capi.
Questa connessione si sta perdendo, schiacciata dall’impeto dell’industria della fast fashion e delle grandi case di moda che spesso e volentieri nascondono catene produttive tutt’altro che etiche dietro a etichette green e collezioni floreali. Noi, però, non ci perdiamo d’animo e quest’anno, come 8 anni fa, uniremo la nostra voce con forza ed entusiasmo al coro della Fashion Revolution!
Con lo stesso entusiasmo e con la voglia di collaborare per una moda più giusta e sostenibile, è nata la “Cooperative Collection On Earth”: le principali centrali d’importazione del commercio equo (Altromercato, AltraQualità, Equomercato e Meridiano361) e Progetto Quid, si sono unite per creare una collezione che parla di rinascita. “Back to Bloom” è il nostro modo di rifiorire da un periodo così difficile, dove i produttori di abbigliamento si sono visti ritirare improvvisamente gli ordini o non sono stati pagati per il loro lavoro dai brand di fast fashion, mentre, grazie al commercio equo, tutti i nostri produttori hanno potuto continuare a lavorare con la garanzia di uno stipendio dignitoso e tutela dei propri diritti.
In questa settimana di Fashion Revolution, le nostre botteghe, attraverso le loro vetrine e i loro social, parlano delle storie che stanno dietro questa ed altre collezioni: dall’upcycling al cotone biologico, dagli accessori prodotti in maniera rispettosa alle t-shirt realizzate nella Casa Circondariale di Genova-Marassi.
Insieme ad AltraQualità abbiamo deciso di celebrare la Fashion Revolution Week 2021 in una diretta Instagram in cui parleremo di moda, sostenibilità, ambiente, e persone. Ci saremo noi, David Cambioli, presidente di AltraQualità, Lucia Tagliati, modellista e appassionata di moda etica, e chiunque di voi avesse voglia di scoprire qualcosa di più sul mondo della moda etica.
Questo incontro, tra l’altro, sarà il primo di una piccola serie che per 5 venerdì ci terrà compagnia alle 18 in occasione dei festeggiamenti per i 30 anni della nostra cooperativa!
In attesa di dell’equo-aperitivo di venerdì, non dimenticatevi di fare un salto a salutare le nostre vetrine e domani mattina, quando vi vestirete, prestate attenzione. La rivoluzione comincia da lì.